Ed ei: <
sovra la faccia, non mi sarian chiuse
le tue cogitazion, quantunque parve.
le tue cogitazion, quantunque parve.
Dante - La Divina Commedia
E se la mia ragion non ti disfama,
vedrai Beatrice, ed ella pienamente
ti torra questa e ciascun' altra brama.
Procaccia pur che tosto sieno spente,
come son gia le due, le cinque piaghe,
che si richiudon per esser dolente>>.
Com' io voleva dicer 'Tu m'appaghe',
vidimi giunto in su l'altro girone,
si che tacer mi fer le luci vaghe.
Ivi mi parve in una visione
estatica di subito esser tratto,
e vedere in un tempio piu persone;
e una donna, in su l'entrar, con atto
dolce di madre dicer: <<Figliuol mio,
perche hai tu cosi verso noi fatto?
Ecco, dolenti, lo tuo padre e io
ti cercavamo>>. E come qui si tacque,
cio che pareva prima, dispario.
Indi m'apparve un'altra con quell' acque
giu per le gote che 'l dolor distilla
quando di gran dispetto in altrui nacque,
e dir: <<Se tu se' sire de la villa
del cui nome ne' dei fu tanta lite,
e onde ogne scienza disfavilla,
vendica te di quelle braccia ardite
ch'abbracciar nostra figlia, o Pisistrato>>.
E 'l segnor mi parea, benigno e mite,
risponder lei con viso temperato:
<<Che farem noi a chi mal ne disira,
se quei che ci ama e per noi condannato? >>,
Poi vidi genti accese in foco d'ira
con pietre un giovinetto ancider, forte
gridando a se pur: <<Martira, martira! >>.
E lui vedea chinarsi, per la morte
che l'aggravava gia, inver' la terra,
ma de li occhi facea sempre al ciel porte,
orando a l'alto Sire, in tanta guerra,
che perdonasse a' suoi persecutori,
con quello aspetto che pieta diserra.
Quando l'anima mia torno di fori
a le cose che son fuor di lei vere,
io riconobbi i miei non falsi errori.
Lo duca mio, che mi potea vedere
far si com' om che dal sonno si slega,
disse: <<Che hai che non ti puoi tenere,
ma se' venuto piu che mezza lega
velando li occhi e con le gambe avvolte,
a guisa di cui vino o sonno piega? >>.
<<O dolce padre mio, se tu m'ascolte,
io ti diro>>, diss' io, <<cio che m'apparve
quando le gambe mi furon si tolte>>.
Ed ei: <
le tue cogitazion, quantunque parve.
Cio che vedesti fu perche non scuse
d'aprir lo core a l'acque de la pace
che da l'etterno fonte son diffuse.
Non dimandai "Che hai? " per quel che face
chi guarda pur con l'occhio che non vede,
quando disanimato il corpo giace;
ma dimandai per darti forza al piede:
cosi frugar conviensi i pigri, lenti
ad usar lor vigilia quando riede>>.
Noi andavam per lo vespero, attenti
oltre quanto potean li occhi allungarsi
contra i raggi serotini e lucenti.
Ed ecco a poco a poco un fummo farsi
verso di noi come la notte oscuro;
ne da quello era loco da cansarsi.
Questo ne tolse li occhi e l'aere puro.
Purgatorio ? Canto XVI
Buio d'inferno e di notte privata
d'ogne pianeto, sotto pover cielo,
quant' esser puo di nuvol tenebrata,
non fece al viso mio si grosso velo
come quel fummo ch'ivi ci coperse,
ne a sentir di cosi aspro pelo,
che l'occhio stare aperto non sofferse;
onde la scorta mia saputa e fida
mi s'accosto e l'omero m'offerse.
Si come cieco va dietro a sua guida
per non smarrirsi e per non dar di cozzo
in cosa che 'l molesti, o forse ancida,
m'andava io per l'aere amaro e sozzo,
ascoltando il mio duca che diceva
pur: <<Guarda che da me tu non sia mozzo>>.
Io sentia voci, e ciascuna pareva
pregar per pace e per misericordia
l'Agnel di Dio che le peccata leva.
Pur 'Agnus Dei' eran le loro essordia;
una parola in tutte era e un modo,
si che parea tra esse ogne concordia.
<<Quei sono spirti, maestro, ch'i' odo? >>,
diss' io. Ed elli a me: <<Tu vero apprendi,
e d'iracundia van solvendo il nodo>>.
<<Or tu chi se' che 'l nostro fummo fendi,
e di noi parli pur come se tue
partissi ancor lo tempo per calendi?
