E una melodia dolce correva
per l'aere luminoso; onde buon zelo
mi fe riprender l'ardimento d'Eva,
che la dove ubidia la terra e 'l cielo,
femmina, sola e pur teste formata,
non sofferse di star sotto alcun velo;
sotto 'l qual se divota fosse stata,
avrei quelle ineffabili delizie
sentite prima e piu lunga fiata.
per l'aere luminoso; onde buon zelo
mi fe riprender l'ardimento d'Eva,
che la dove ubidia la terra e 'l cielo,
femmina, sola e pur teste formata,
non sofferse di star sotto alcun velo;
sotto 'l qual se divota fosse stata,
avrei quelle ineffabili delizie
sentite prima e piu lunga fiata.
Dante - La Divina Commedia
Da questa parte con virtu discende
che toglie altrui memoria del peccato;
da l'altra d'ogne ben fatto la rende.
Quinci Lete; cosi da l'altro lato
Eunoe si chiama, e non adopra
se quinci e quindi pria non e gustato:
a tutti altri sapori esto e di sopra.
E avvegna ch'assai possa esser sazia
la sete tua perch' io piu non ti scuopra,
darotti un corollario ancor per grazia;
ne credo che 'l mio dir ti sia men caro,
se oltre promession teco si spazia.
Quelli ch'anticamente poetaro
l'eta de l'oro e suo stato felice,
forse in Parnaso esto loco sognaro.
Qui fu innocente l'umana radice;
qui primavera sempre e ogne frutto;
nettare e questo di che ciascun dice>>.
Io mi rivolsi 'n dietro allora tutto
a' miei poeti, e vidi che con riso
udito avean l'ultimo costrutto;
poi a la bella donna torna' il viso.
Purgatorio ? Canto XXIX
Cantando come donna innamorata,
continuo col fin di sue parole:
'Beati quorum tecta sunt peccata! '.
E come ninfe che si givan sole
per le salvatiche ombre, disiando
qual di veder, qual di fuggir lo sole,
allor si mosse contra 'l fiume, andando
su per la riva; e io pari di lei,
picciol passo con picciol seguitando.
Non eran cento tra ' suoi passi e ' miei,
quando le ripe igualmente dier volta,
per modo ch'a levante mi rendei.
Ne ancor fu cosi nostra via molta,
quando la donna tutta a me si torse,
dicendo: <<Frate mio, guarda e ascolta>>.
Ed ecco un lustro subito trascorse
da tutte parti per la gran foresta,
tal che di balenar mi mise in forse.
Ma perche 'l balenar, come vien, resta,
e quel, durando, piu e piu splendeva,
nel mio pensier dicea: 'Che cosa e questa? '.
E una melodia dolce correva
per l'aere luminoso; onde buon zelo
mi fe riprender l'ardimento d'Eva,
che la dove ubidia la terra e 'l cielo,
femmina, sola e pur teste formata,
non sofferse di star sotto alcun velo;
sotto 'l qual se divota fosse stata,
avrei quelle ineffabili delizie
sentite prima e piu lunga fiata.
Mentr' io m'andava tra tante primizie
de l'etterno piacer tutto sospeso,
e disioso ancora a piu letizie,
dinanzi a noi, tal quale un foco acceso,
ci si fe l'aere sotto i verdi rami;
e 'l dolce suon per canti era gia inteso.
O sacrosante Vergini, se fami,
freddi o vigilie mai per voi soffersi,
cagion mi sprona ch'io merce vi chiami.
Or convien che Elicona per me versi,
e Uranie m'aiuti col suo coro
forti cose a pensar mettere in versi.
Poco piu oltre, sette alberi d'oro
falsava nel parere il lungo tratto
del mezzo ch'era ancor tra noi e loro;
ma quand' i' fui si presso di lor fatto,
che l'obietto comun, che 'l senso inganna,
non perdea per distanza alcun suo atto,
la virtu ch'a ragion discorso ammanna,
si com' elli eran candelabri apprese,
e ne le voci del cantare 'Osanna'.
Di sopra fiammeggiava il bello arnese
piu chiaro assai che luna per sereno
di mezza notte nel suo mezzo mese.
Io mi rivolsi d'ammirazion pieno
al buon Virgilio, ed esso mi rispuose
con vista carca di stupor non meno.
Indi rendei l'aspetto a l'alte cose
che si movieno incontr' a noi si tardi,
che foran vinte da novelle spose.
La donna mi sgrido: <<Perche pur ardi
si ne l'affetto de le vive luci,
e cio che vien di retro a lor non guardi? >>.
Genti vid' io allor, come a lor duci,
venire appresso, vestite di bianco;
e tal candor di qua gia mai non fuci.
L'acqua imprendea dal sinistro fianco,
e rendea me la mia sinistra costa,
s'io riguardava in lei, come specchio anco.
Quand' io da la mia riva ebbi tal posta,
che solo il fiume mi facea distante,
per veder meglio ai passi diedi sosta,
e vidi le fiammelle andar davante,
lasciando dietro a se l'aere dipinto,
e di tratti pennelli avean sembiante;
si che li sopra rimanea distinto
di sette liste, tutte in quei colori
onde fa l'arco il Sole e Delia il cinto.
Questi ostendali in dietro eran maggiori
che la mia vista; e, quanto a mio avviso,
diece passi distavan quei di fori.
Sotto cosi bel ciel com' io diviso,
ventiquattro seniori, a due a due,
coronati venien di fiordaliso.
Tutti cantavan: <<Benedicta tue
ne le figlie d'Adamo, e benedette
sieno in etterno le bellezze tue!