Canto XIV
Dal centro al cerchio, e si dal cerchio al centro
movesi l'acqua in un ritondo vaso,
secondo ch'e percosso fuori o dentro:
ne la mia mente fe subito caso
questo ch'io dico, si come si tacque
la gloriosa vita di Tommaso,
per la similitudine che nacque
del suo parlare e di quel di Beatrice,
a cui si cominciar, dopo lui, piacque:
< ne con la voce ne pensando ancora,
d'un altro vero andare a la radice.
Dal centro al cerchio, e si dal cerchio al centro
movesi l'acqua in un ritondo vaso,
secondo ch'e percosso fuori o dentro:
ne la mia mente fe subito caso
questo ch'io dico, si come si tacque
la gloriosa vita di Tommaso,
per la similitudine che nacque
del suo parlare e di quel di Beatrice,
a cui si cominciar, dopo lui, piacque:
< ne con la voce ne pensando ancora,
d'un altro vero andare a la radice.
Dante - La Divina Commedia
Se fosse a punto la cera dedutta
e fosse il cielo in sua virtu supprema,
la luce del suggel parrebbe tutta;
ma la natura la da sempre scema,
similemente operando a l'artista
ch'a l'abito de l'arte ha man che trema.
Pero se 'l caldo amor la chiara vista
de la prima virtu dispone e segna,
tutta la perfezion quivi s'acquista.
Cosi fu fatta gia la terra degna
di tutta l'animal perfezione;
cosi fu fatta la Vergine pregna;
si ch'io commendo tua oppinione,
che l'umana natura mai non fue
ne fia qual fu in quelle due persone.
Or s'i' non procedesse avanti piue,
'Dunque, come costui fu sanza pare? '
comincerebber le parole tue.
Ma perche paia ben cio che non pare,
pensa chi era, e la cagion che 'l mosse,
quando fu detto "Chiedi", a dimandare.
Non ho parlato si, che tu non posse
ben veder ch'el fu re, che chiese senno
accio che re sufficiente fosse;
non per sapere il numero in che enno
li motor di qua su, o se necesse
con contingente mai necesse fenno;
non si est dare primum motum esse,
o se del mezzo cerchio far si puote
triangol si ch'un retto non avesse.
Onde, se cio ch'io dissi e questo note,
regal prudenza e quel vedere impari
in che lo stral di mia intenzion percuote;
e se al "surse" drizzi li occhi chiari,
vedrai aver solamente respetto
ai regi, che son molti, e ' buon son rari.
Con questa distinzion prendi 'l mio detto;
e cosi puote star con quel che credi
del primo padre e del nostro Diletto.
E questo ti sia sempre piombo a' piedi,
per farti mover lento com' uom lasso
e al si e al no che tu non vedi:
che quelli e tra li stolti bene a basso,
che sanza distinzione afferma e nega
ne l'un cosi come ne l'altro passo;
perch' elli 'ncontra che piu volte piega
l'oppinion corrente in falsa parte,
e poi l'affetto l'intelletto lega.
Vie piu che 'ndarno da riva si parte,
perche non torna tal qual e' si move,
chi pesca per lo vero e non ha l'arte.
E di cio sono al mondo aperte prove
Parmenide, Melisso e Brisso e molti,
li quali andaro e non sapean dove;
si fe Sabellio e Arrio e quelli stolti
che furon come spade a le Scritture
in render torti li diritti volti.
Non sien le genti, ancor, troppo sicure
a giudicar, si come quei che stima
le biade in campo pria che sien mature;
ch'i' ho veduto tutto 'l verno prima
lo prun mostrarsi rigido e feroce,
poscia portar la rosa in su la cima;
e legno vidi gia dritto e veloce
correr lo mar per tutto suo cammino,
perire al fine a l'intrar de la foce.
Non creda donna Berta e ser Martino,
per vedere un furare, altro offerere,
vederli dentro al consiglio divino;
che quel puo surgere, e quel puo cadere>>.
Paradiso ?
Canto XIV
Dal centro al cerchio, e si dal cerchio al centro
movesi l'acqua in un ritondo vaso,
secondo ch'e percosso fuori o dentro:
ne la mia mente fe subito caso
questo ch'io dico, si come si tacque
la gloriosa vita di Tommaso,
per la similitudine che nacque
del suo parlare e di quel di Beatrice,
a cui si cominciar, dopo lui, piacque:
< ne con la voce ne pensando ancora,
d'un altro vero andare a la radice.
Diteli se la luce onde s'infiora
vostra sustanza, rimarra con voi
etternalmente si com' ell' e ora;
e se rimane, dite come, poi
che sarete visibili rifatti,
esser pora ch'al veder non vi noi>>.
Come, da piu letizia pinti e tratti,
a la fiata quei che vanno a rota
levan la voce e rallegrano li atti,
cosi, a l'orazion pronta e divota,
li santi cerchi mostrar nova gioia
nel torneare e ne la mira nota.
Qual si lamenta perche qui si moia
per viver cola su, non vide quive
lo refrigerio de l'etterna ploia.
Quell' uno e due e tre che sempre vive
e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno,
non circunscritto, e tutto circunscrive,
tre volte era cantato da ciascuno
di quelli spirti con tal melodia,
ch'ad ogne merto saria giusto muno.
E io udi' ne la luce piu dia
del minor cerchio una voce modesta,
forse qual fu da l'angelo a Maria,
risponder: <<Quanto fia lunga la festa
di paradiso, tanto il nostro amore
si raggera dintorno cotal vesta.
La sua chiarezza seguita l'ardore;
l'ardor la visione, e quella e tanta,
quant' ha di grazia sovra suo valore.
Come la carne gloriosa e santa
fia rivestita, la nostra persona
piu grata fia per esser tutta quanta;
per che s'accrescera cio che ne dona
di gratuito lume il sommo bene,
lume ch'a lui veder ne condiziona;
onde la vision crescer convene,
crescer l'ardor che di quella s'accende,
crescer lo raggio che da esso vene.
Ma si come carbon che fiamma rende,
e per vivo candor quella soverchia,
si che la sua parvenza si difende;
cosi questo folgor che gia ne cerchia
fia vinto in apparenza da la carne
che tutto di la terra ricoperchia;
ne potra tanta luce affaticarne:
che li organi del corpo saran forti
a tutto cio che potra dilettarne>>.
Tanto mi parver subiti e accorti
e l'uno e l'altro coro a dicer <<Amme! >>,
che ben mostrar disio d'i corpi morti:
forse non pur per lor, ma per le mamme,
per li padri e per li altri che fuor cari
anzi che fosser sempiterne fiamme.
Ed ecco intorno, di chiarezza pari,
nascere un lustro sopra quel che v'era,
per guisa d'orizzonte che rischiari.
E si come al salir di prima sera
comincian per lo ciel nove parvenze,
si che la vista pare e non par vera,
parvemi li novelle sussistenze
cominciare a vedere, e fare un giro
di fuor da l'altre due circunferenze.
Oh vero sfavillar del Santo Spiro!
come si fece subito e candente
a li occhi miei che, vinti, nol soffriro!
Ma Beatrice si bella e ridente
mi si mostro, che tra quelle vedute
si vuol lasciar che non seguir la mente.