Qual e colui che forse di Croazia
viene a veder la Veronica nostra,
che per l'antica fame non sen sazia,
ma dice nel pensier, fin che si mostra:
'Segnor mio Iesu Cristo, Dio verace,
or fu si fatta la sembianza vostra?
viene a veder la Veronica nostra,
che per l'antica fame non sen sazia,
ma dice nel pensier, fin che si mostra:
'Segnor mio Iesu Cristo, Dio verace,
or fu si fatta la sembianza vostra?
Dante - La Divina Commedia
Vedea visi a carita suadi,
d'altrui lume fregiati e di suo riso,
e atti ornati di tutte onestadi.
La forma general di paradiso
gia tutta mio sguardo avea compresa,
in nulla parte ancor fermato fiso;
e volgeami con voglia riaccesa
per domandar la mia donna di cose
di che la mente mia era sospesa.
Uno intendea, e altro mi rispuose:
credea veder Beatrice e vidi un sene
vestito con le genti gloriose.
Diffuso era per li occhi e per le gene
di benigna letizia, in atto pio
quale a tenero padre si convene.
E <<Ov' e ella? >>, subito diss' io.
Ond' elli: <<A terminar lo tuo disiro
mosse Beatrice me del loco mio;
e se riguardi su nel terzo giro
dal sommo grado, tu la rivedrai
nel trono che suoi merti le sortiro>>.
Sanza risponder, li occhi su levai,
e vidi lei che si facea corona
reflettendo da se li etterni rai.
Da quella region che piu su tona
occhio mortale alcun tanto non dista,
qualunque in mare piu giu s'abbandona,
quanto li da Beatrice la mia vista;
ma nulla mi facea, che sua effige
non discendea a me per mezzo mista.
<<O donna in cui la mia speranza vige,
e che soffristi per la mia salute
in inferno lasciar le tue vestige,
di tante cose quant' i' ho vedute,
dal tuo podere e da la tua bontate
riconosco la grazia e la virtute.
Tu m'hai di servo tratto a libertate
per tutte quelle vie, per tutt' i modi
che di cio fare avei la potestate.
La tua magnificenza in me custodi,
si che l'anima mia, che fatt' hai sana,
piacente a te dal corpo si disnodi>>.
Cosi orai; e quella, si lontana
come parea, sorrise e riguardommi;
poi si torno a l'etterna fontana.
E 'l santo sene: <<Accio che tu assommi
perfettamente>>, disse, <<il tuo cammino,
a che priego e amor santo mandommi,
vola con li occhi per questo giardino;
che veder lui t'acconcera lo sguardo
piu al montar per lo raggio divino.
E la regina del cielo, ond' io ardo
tutto d'amor, ne fara ogne grazia,
pero ch'i' sono il suo fedel Bernardo>>.
Qual e colui che forse di Croazia
viene a veder la Veronica nostra,
che per l'antica fame non sen sazia,
ma dice nel pensier, fin che si mostra:
'Segnor mio Iesu Cristo, Dio verace,
or fu si fatta la sembianza vostra? ';
tal era io mirando la vivace
carita di colui che 'n questo mondo,
contemplando, gusto di quella pace.
<<Figliuol di grazia, quest' esser giocondo>>,
comincio elli, <<non ti sara noto,
tenendo li occhi pur qua giu al fondo;
ma guarda i cerchi infino al piu remoto,
tanto che veggi seder la regina
cui questo regno e suddito e devoto>>.
Io levai li occhi; e come da mattina
la parte oriental de l'orizzonte
soverchia quella dove 'l sol declina,
cosi, quasi di valle andando a monte
con li occhi, vidi parte ne lo stremo
vincer di lume tutta l'altra fronte.
E come quivi ove s'aspetta il temo
che mal guido Fetonte, piu s'infiamma,
e quinci e quindi il lume si fa scemo,
cosi quella pacifica oriafiamma
nel mezzo s'avvivava, e d'ogne parte
per igual modo allentava la fiamma;
e a quel mezzo, con le penne sparte,
vid' io piu di mille angeli festanti,
ciascun distinto di fulgore e d'arte.
Vidi a lor giochi quivi e a lor canti
ridere una bellezza, che letizia
era ne li occhi a tutti li altri santi;
e s'io avessi in dir tanta divizia
quanta ad imaginar, non ardirei
lo minimo tentar di sua delizia.
Bernardo, come vide li occhi miei
nel caldo suo caler fissi e attenti,
li suoi con tanto affetto volse a lei,
che ' miei di rimirar fe piu ardenti.
Paradiso ? Canto XXXII
Affetto al suo piacer, quel contemplante
libero officio di dottore assunse,
e comincio queste parole sante:
<<La piaga che Maria richiuse e unse,
quella ch'e tanto bella da' suoi piedi
e colei che l'aperse e che la punse.
Ne l'ordine che fanno i terzi sedi,
siede Rachel di sotto da costei
con Beatrice, si come tu vedi.
Sarra e Rebecca, Iudit e colei
che fu bisava al cantor che per doglia
del fallo disse 'Miserere mei',
puoi tu veder cosi di soglia in soglia
giu digradar, com' io ch'a proprio nome
vo per la rosa giu di foglia in foglia.
E dal settimo grado in giu, si come
infino ad esso, succedono Ebree,
dirimendo del fior tutte le chiome;
perche, secondo lo sguardo che fee
la fede in Cristo, queste sono il muro
a che si parton le sacre scalee.
Da questa parte onde 'l fiore e maturo
di tutte le sue foglie, sono assisi
quei che credettero in Cristo venturo;
da l'altra parte onde sono intercisi
di voti i semicirculi, si stanno
quei ch'a Cristo venuto ebber li visi.
E come quinci il glorioso scanno
de la donna del cielo e li altri scanni
di sotto lui cotanta cerna fanno,
cosi di contra quel del gran Giovanni,
che sempre santo 'l diserto e 'l martiro
sofferse, e poi l'inferno da due anni;
e sotto lui cosi cerner sortiro
Francesco, Benedetto e Augustino
e altri fin qua giu di giro in giro.
Or mira l'alto proveder divino:
che l'uno e l'altro aspetto de la fede
igualmente empiera questo giardino.
E sappi che dal grado in giu che fiede
a mezzo il tratto le due discrezioni,
per nullo proprio merito si siede,
ma per l'altrui, con certe condizioni:
che tutti questi son spiriti ascolti
prima ch'avesser vere elezioni.