E come l'alma dentro a vostra polve
per differenti membra e conformate
a diverse potenze si risolve,
cosi l'intelligenza sua bontate
multiplicata per le stelle spiega,
girando se sovra sua unitate.
per differenti membra e conformate
a diverse potenze si risolve,
cosi l'intelligenza sua bontate
multiplicata per le stelle spiega,
girando se sovra sua unitate.
Dante - La Divina Commedia
Se 'l primo fosse, fora manifesto
ne l'eclissi del sol, per trasparere
lo lume come in altro raro ingesto.
Questo non e: pero e da vedere
de l'altro; e s'elli avvien ch'io l'altro cassi,
falsificato fia lo tuo parere.
S'elli e che questo raro non trapassi,
esser conviene un termine da onde
lo suo contrario piu passar non lassi;
e indi l'altrui raggio si rifonde
cosi come color torna per vetro
lo qual di retro a se piombo nasconde.
Or dirai tu ch'el si dimostra tetro
ivi lo raggio piu che in altre parti,
per esser li refratto piu a retro.
Da questa instanza puo deliberarti
esperienza, se gia mai la provi,
ch'esser suol fonte ai rivi di vostr' arti.
Tre specchi prenderai; e i due rimovi
da te d'un modo, e l'altro, piu rimosso,
tr'ambo li primi li occhi tuoi ritrovi.
Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso
ti stea un lume che i tre specchi accenda
e torni a te da tutti ripercosso.
Ben che nel quanto tanto non si stenda
la vista piu lontana, li vedrai
come convien ch'igualmente risplenda.
Or, come ai colpi de li caldi rai
de la neve riman nudo il suggetto
e dal colore e dal freddo primai,
cosi rimaso te ne l'intelletto
voglio informar di luce si vivace,
che ti tremolera nel suo aspetto.
Dentro dal ciel de la divina pace
si gira un corpo ne la cui virtute
l'esser di tutto suo contento giace.
Lo ciel seguente, c'ha tante vedute,
quell' esser parte per diverse essenze,
da lui distratte e da lui contenute.
Li altri giron per varie differenze
le distinzion che dentro da se hanno
dispongono a lor fini e lor semenze.
Questi organi del mondo cosi vanno,
come tu vedi omai, di grado in grado,
che di su prendono e di sotto fanno.
Riguarda bene omai si com' io vado
per questo loco al vero che disiri,
si che poi sappi sol tener lo guado.
Lo moto e la virtu d'i santi giri,
come dal fabbro l'arte del martello,
da' beati motor convien che spiri;
e 'l ciel cui tanti lumi fanno bello,
de la mente profonda che lui volve
prende l'image e fassene suggello.
E come l'alma dentro a vostra polve
per differenti membra e conformate
a diverse potenze si risolve,
cosi l'intelligenza sua bontate
multiplicata per le stelle spiega,
girando se sovra sua unitate.
Virtu diversa fa diversa lega
col prezioso corpo ch'ella avviva,
nel qual, si come vita in voi, si lega.
Per la natura lieta onde deriva,
la virtu mista per lo corpo luce
come letizia per pupilla viva.
Da essa vien cio che da luce a luce
par differente, non da denso e raro;
essa e formal principio che produce,
conforme a sua bonta, lo turbo e 'l chiaro>>.
Paradiso ? Canto III
Quel sol che pria d'amor mi scaldo 'l petto,
di bella verita m'avea scoverto,
provando e riprovando, il dolce aspetto;
e io, per confessar corretto e certo
me stesso, tanto quanto si convenne
leva' il capo a proferer piu erto;
ma visione apparve che ritenne
a se me tanto stretto, per vedersi,
che di mia confession non mi sovvenne.
Quali per vetri trasparenti e tersi,
o ver per acque nitide e tranquille,
non si profonde che i fondi sien persi,
tornan d'i nostri visi le postille
debili si, che perla in bianca fronte
non vien men forte a le nostre pupille;
tali vid' io piu facce a parlar pronte;
per ch'io dentro a l'error contrario corsi
a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte.
Subito si com' io di lor m'accorsi,
quelle stimando specchiati sembianti,
per veder di cui fosser, li occhi torsi;
e nulla vidi, e ritorsili avanti
dritti nel lume de la dolce guida,
che, sorridendo, ardea ne li occhi santi.
<<Non ti maravigliar perch' io sorrida>>,
mi disse, <<appresso il tuo pueril coto,
poi sopra 'l vero ancor lo pie non fida,
ma te rivolve, come suole, a voto:
vere sustanze son cio che tu vedi,
qui rilegate per manco di voto.
Pero parla con esse e odi e credi;
che la verace luce che le appaga
da se non lascia lor torcer li piedi>>.
E io a l'ombra che parea piu vaga
di ragionar, drizza'mi, e cominciai,
quasi com' uom cui troppa voglia smaga:
<<O ben creato spirito, che a' rai
di vita etterna la dolcezza senti
che, non gustata, non s'intende mai,
grazioso mi fia se mi contenti
del nome tuo e de la vostra sorte>>.
Ond' ella, pronta e con occhi ridenti:
<<La nostra carita non serra porte
a giusta voglia, se non come quella
che vuol simile a se tutta sua corte.
I' fui nel mondo vergine sorella;
e se la mente tua ben se riguarda,
non mi ti celera l'esser piu bella,
ma riconoscerai ch'i' son Piccarda,
che, posta qui con questi altri beati,
beata sono in la spera piu tarda.
Li nostri affetti, che solo infiammati
son nel piacer de lo Spirito Santo,
letizian del suo ordine formati.
E questa sorte che par giu cotanto,
pero n'e data, perche fuor negletti
li nostri voti, e voti in alcun canto>>.
Ond' io a lei: <<Ne' mirabili aspetti
vostri risplende non so che divino
che vi trasmuta da' primi concetti:
pero non fui a rimembrar festino;
ma or m'aiuta cio che tu mi dici,
si che raffigurar m'e piu latino.