In quel loco fu' io Pietro Damiano,
e Pietro Peccator fu' ne la casa
di Nostra Donna in sul lito adriano.
e Pietro Peccator fu' ne la casa
di Nostra Donna in sul lito adriano.
Dante - La Divina Commedia
Per ch'ella, che vedea il tacer mio
nel veder di colui che tutto vede,
mi disse: <<Solvi il tuo caldo disio>>.
E io incominciai: <<La mia mercede
non mi fa degno de la tua risposta;
ma per colei che 'l chieder mi concede,
vita beata che ti stai nascosta
dentro a la tua letizia, fammi nota
la cagion che si presso mi t'ha posta;
e di perche si tace in questa rota
la dolce sinfonia di paradiso,
che giu per l'altre suona si divota>>.
<<Tu hai l'udir mortal si come il viso>>,
rispuose a me; <<onde qui non si canta
per quel che Beatrice non ha riso.
Giu per li gradi de la scala santa
discesi tanto sol per farti festa
col dire e con la luce che mi ammanta;
ne piu amor mi fece esser piu presta,
che piu e tanto amor quinci su ferve,
si come il fiammeggiar ti manifesta.
Ma l'alta carita, che ci fa serve
pronte al consiglio che 'l mondo governa,
sorteggia qui si come tu osserve>>.
<<Io veggio ben>>, diss' io, <<sacra lucerna,
come libero amore in questa corte
basta a seguir la provedenza etterna;
ma questo e quel ch'a cerner mi par forte,
perche predestinata fosti sola
a questo officio tra le tue consorte>>.
Ne venni prima a l'ultima parola,
che del suo mezzo fece il lume centro,
girando se come veloce mola;
poi rispuose l'amor che v'era dentro:
<<Luce divina sopra me s'appunta,
penetrando per questa in ch'io m'inventro,
la cui virtu, col mio veder congiunta,
mi leva sopra me tanto, ch'i' veggio
la somma essenza de la quale e munta.
Quinci vien l'allegrezza ond' io fiammeggio;
per ch'a la vista mia, quant' ella e chiara,
la chiarita de la fiamma pareggio.
Ma quell' alma nel ciel che piu si schiara,
quel serafin che 'n Dio piu l'occhio ha fisso,
a la dimanda tua non satisfara,
pero che si s'innoltra ne lo abisso
de l'etterno statuto quel che chiedi,
che da ogne creata vista e scisso.
E al mondo mortal, quando tu riedi,
questo rapporta, si che non presumma
a tanto segno piu mover li piedi.
La mente, che qui luce, in terra fumma;
onde riguarda come puo la giue
quel che non pote perche 'l ciel l'assumma>>.
Si mi prescrisser le parole sue,
ch'io lasciai la quistione e mi ritrassi
a dimandarla umilmente chi fue.
<<Tra ' due liti d'Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che ' troni assai suonan piu bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale e consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria>>.
Cosi ricominciommi il terzo sermo;
e poi, continuando, disse: <<Quivi
al servigio di Dio mi fe' si fermo,
che pur con cibi di liquor d'ulivi
lievemente passava caldi e geli,
contento ne' pensier contemplativi.
Render solea quel chiostro a questi cieli
fertilemente; e ora e fatto vano,
si che tosto convien che si riveli.
In quel loco fu' io Pietro Damiano,
e Pietro Peccator fu' ne la casa
di Nostra Donna in sul lito adriano.
Poca vita mortal m'era rimasa,
quando fui chiesto e tratto a quel cappello,
che pur di male in peggio si travasa.
Venne Cefas e venne il gran vasello
de lo Spirito Santo, magri e scalzi,
prendendo il cibo da qualunque ostello.
Or voglion quinci e quindi chi rincalzi
li moderni pastori e chi li meni,
tanto son gravi, e chi di rietro li alzi.
Cuopron d'i manti loro i palafreni,
si che due bestie van sott' una pelle:
oh pazienza che tanto sostieni! >>.
A questa voce vid' io piu fiammelle
di grado in grado scendere e girarsi,
e ogne giro le facea piu belle.
Dintorno a questa vennero e fermarsi,
e fero un grido di si alto suono,
che non potrebbe qui assomigliarsi;
ne io lo 'ntesi, si mi vinse il tuono.
Paradiso ? Canto XXII
Oppresso di stupore, a la mia guida
mi volsi, come parvol che ricorre
sempre cola dove piu si confida;
e quella, come madre che soccorre
subito al figlio palido e anelo
con la sua voce, che 'l suol ben disporre,
mi disse: <<Non sai tu che tu se' in cielo?
e non sai tu che 'l cielo e tutto santo,
e cio che ci si fa vien da buon zelo?
Come t'avrebbe trasmutato il canto,
e io ridendo, mo pensar lo puoi,
poscia che 'l grido t'ha mosso cotanto;
nel qual, se 'nteso avessi i prieghi suoi,
gia ti sarebbe nota la vendetta
che tu vedrai innanzi che tu muoi.
La spada di qua su non taglia in fretta
ne tardo, ma' ch'al parer di colui
che disiando o temendo l'aspetta.
Ma rivolgiti omai inverso altrui;
ch'assai illustri spiriti vedrai,
se com' io dico l'aspetto redui>>.
Come a lei piacque, li occhi ritornai,
e vidi cento sperule che 'nsieme
piu s'abbellivan con mutui rai.
Io stava come quei che 'n se repreme
la punta del disio, e non s'attenta
di domandar, si del troppo si teme;
e la maggiore e la piu luculenta
di quelle margherite innanzi fessi,
per far di se la mia voglia contenta.