I' fui nel mondo vergine sorella;
e se la mente tua ben se riguarda,
non mi ti celera l'esser piu bella,
ma riconoscerai ch'i' son Piccarda,
che, posta qui con questi altri beati,
beata sono in la spera piu tarda.
e se la mente tua ben se riguarda,
non mi ti celera l'esser piu bella,
ma riconoscerai ch'i' son Piccarda,
che, posta qui con questi altri beati,
beata sono in la spera piu tarda.
Dante - La Divina Commedia
Questi organi del mondo cosi vanno,
come tu vedi omai, di grado in grado,
che di su prendono e di sotto fanno.
Riguarda bene omai si com' io vado
per questo loco al vero che disiri,
si che poi sappi sol tener lo guado.
Lo moto e la virtu d'i santi giri,
come dal fabbro l'arte del martello,
da' beati motor convien che spiri;
e 'l ciel cui tanti lumi fanno bello,
de la mente profonda che lui volve
prende l'image e fassene suggello.
E come l'alma dentro a vostra polve
per differenti membra e conformate
a diverse potenze si risolve,
cosi l'intelligenza sua bontate
multiplicata per le stelle spiega,
girando se sovra sua unitate.
Virtu diversa fa diversa lega
col prezioso corpo ch'ella avviva,
nel qual, si come vita in voi, si lega.
Per la natura lieta onde deriva,
la virtu mista per lo corpo luce
come letizia per pupilla viva.
Da essa vien cio che da luce a luce
par differente, non da denso e raro;
essa e formal principio che produce,
conforme a sua bonta, lo turbo e 'l chiaro>>.
Paradiso ? Canto III
Quel sol che pria d'amor mi scaldo 'l petto,
di bella verita m'avea scoverto,
provando e riprovando, il dolce aspetto;
e io, per confessar corretto e certo
me stesso, tanto quanto si convenne
leva' il capo a proferer piu erto;
ma visione apparve che ritenne
a se me tanto stretto, per vedersi,
che di mia confession non mi sovvenne.
Quali per vetri trasparenti e tersi,
o ver per acque nitide e tranquille,
non si profonde che i fondi sien persi,
tornan d'i nostri visi le postille
debili si, che perla in bianca fronte
non vien men forte a le nostre pupille;
tali vid' io piu facce a parlar pronte;
per ch'io dentro a l'error contrario corsi
a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte.
Subito si com' io di lor m'accorsi,
quelle stimando specchiati sembianti,
per veder di cui fosser, li occhi torsi;
e nulla vidi, e ritorsili avanti
dritti nel lume de la dolce guida,
che, sorridendo, ardea ne li occhi santi.
<<Non ti maravigliar perch' io sorrida>>,
mi disse, <<appresso il tuo pueril coto,
poi sopra 'l vero ancor lo pie non fida,
ma te rivolve, come suole, a voto:
vere sustanze son cio che tu vedi,
qui rilegate per manco di voto.
Pero parla con esse e odi e credi;
che la verace luce che le appaga
da se non lascia lor torcer li piedi>>.
E io a l'ombra che parea piu vaga
di ragionar, drizza'mi, e cominciai,
quasi com' uom cui troppa voglia smaga:
<<O ben creato spirito, che a' rai
di vita etterna la dolcezza senti
che, non gustata, non s'intende mai,
grazioso mi fia se mi contenti
del nome tuo e de la vostra sorte>>.
Ond' ella, pronta e con occhi ridenti:
<<La nostra carita non serra porte
a giusta voglia, se non come quella
che vuol simile a se tutta sua corte.
I' fui nel mondo vergine sorella;
e se la mente tua ben se riguarda,
non mi ti celera l'esser piu bella,
ma riconoscerai ch'i' son Piccarda,
che, posta qui con questi altri beati,
beata sono in la spera piu tarda.
Li nostri affetti, che solo infiammati
son nel piacer de lo Spirito Santo,
letizian del suo ordine formati.
E questa sorte che par giu cotanto,
pero n'e data, perche fuor negletti
li nostri voti, e voti in alcun canto>>.
Ond' io a lei: <<Ne' mirabili aspetti
vostri risplende non so che divino
che vi trasmuta da' primi concetti:
pero non fui a rimembrar festino;
ma or m'aiuta cio che tu mi dici,
si che raffigurar m'e piu latino.
Ma dimmi: voi che siete qui felici,
disiderate voi piu alto loco
per piu vedere e per piu farvi amici? >>.
Con quelle altr' ombre pria sorrise un poco;
da indi mi rispuose tanto lieta,
ch'arder parea d'amor nel primo foco:
<<Frate, la nostra volonta quieta
virtu di carita, che fa volerne
sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta.
Se disiassimo esser piu superne,
foran discordi li nostri disiri
dal voler di colui che qui ne cerne;
che vedrai non capere in questi giri,
s'essere in carita e qui necesse,
e se la sua natura ben rimiri.
Anzi e formale ad esto beato esse
tenersi dentro a la divina voglia,
per ch'una fansi nostre voglie stesse;
si che, come noi sem di soglia in soglia
per questo regno, a tutto il regno piace
com' a lo re che 'n suo voler ne 'nvoglia.
E 'n la sua volontade e nostra pace:
ell' e quel mare al qual tutto si move
cio ch'ella cria o che natura face>>.
Chiaro mi fu allor come ogne dove
in cielo e paradiso, etsi la grazia
del sommo ben d'un modo non vi piove.
Ma si com' elli avvien, s'un cibo sazia
e d'un altro rimane ancor la gola,
che quel si chere e di quel si ringrazia,
cosi fec' io con atto e con parola,
per apprender da lei qual fu la tela
onde non trasse infino a co la spuola.
<<Perfetta vita e alto merto inciela
donna piu su>>, mi disse, <<a la cui norma
nel vostro mondo giu si veste e vela,
perche fino al morir si vegghi e dorma
con quello sposo ch'ogne voto accetta
che caritate a suo piacer conforma.
Dal mondo, per seguirla, giovinetta
fuggi'mi, e nel suo abito mi chiusi
e promisi la via de la sua setta.
Uomini poi, a mal piu ch'a bene usi,
fuor mi rapiron de la dolce chiostra:
Iddio si sa qual poi mia vita fusi.
E quest' altro splendor che ti si mostra
da la mia destra parte e che s'accende
di tutto il lume de la spera nostra,
cio ch'io dico di me, di se intende;
sorella fu, e cosi le fu tolta
di capo l'ombra de le sacre bende.